Lettera 101 pubblicata il 3 maggio 2018
LA MESSA TRADIZIONALE È RICHIESTA IN TUTTE LE PARROCCHIE DELLA CINA!
Intervista al parroco della chiesa di San Giuseppe a Shanghai
Questa settimana vi
proponiamo una testimonianza esclusiva. Grazie ad un amico lettore, che
ringraziamo vivamente, ecco un'intervista con il parroco di San Giuseppe
di Shanghai che offre la forma straordinaria una volta al mese ai suoi
parrocchiani in occasione della messa solenne della domenica. Questo documento
è unico: prima di tutto, perché si tratta della testimonianza di un sacerdote
di un paese in cui la Chiesa è tenuta in stretta sorveglianza; in secondo
luogo, perché si tratta di uno dei pochissimi parroci di questo immenso
paese a celebrare secondo le disposizioni del motu proprio Summorum Pontificum;
infine perché si tratta di una voce che viene da una delle città più inique e
materialiste del mondo. L'intervista è stata fatta il 7 aprile 2018, domenica in
albis. Invitiamo tutti i nostri lettori a pregare per questo sacerdote e
per la sua comunità.
NB: Dal 14 al 22
maggio, un inviato di Paix Liturgique andrà in Asia per un reportage selle
comunità tradizionali di Seul, Taipei, Hong-Kong e Singapore. A tale riguardo
sarà molto apprezzato un contributo economico, da parte dei nostri lettori, per
coprire le spese di questo viaggio il cui importo è stato stimato attorno a
2.500€, così come sarà utilissima la condivisione di eventuali contatti in
loco.
1) In Occidente, la storia della
messa in latino è complicata: vietata di fatto nel 1970 alla promulgazione del
nuovo messale, messa a margine poi liberalizzata fino ad occupare oggi una
discreta importanza tra i giovani e in termini di vocazioni. In Cina, le cose
sono certamente state molto diverse: ci può raccontare la situazione della
messa tradizionale, oggi?
Ad oggi, la messa in
latino in Cina riguarda in pratica davvero pochissimi fedeli. Che io
In Cina, le chiese e i
seminari chiusi nel 1950 sono stati riaperti nel 1978. A quella data non furono
introdotti cambiamenti, né nella liturgia, né nelle materie insegnate nei seminari,
tutto riprese esattamente come era prima della chiusura. Il novus ordo è
stato introdotto solo a partire dal 1995, e da allora si è smesso di
insegnare il latino e l'antica liturgia nei seminari.
2) Nel caso della sua parrocchia:
come si è giunti a celebrare la messa tradizionale una volta al mese e nelle feste
solenni?
Nella mia parrocchia la messa
tradizionale è stata celebrata dal precedente parroco, senza soluzione di
continuità, dal 1982 al 2007. Quando lui è morto, nel 2007, sono subentrato io e ho
continuato a celebrarla, sempre su richiesta dei miei parrocchiani.
3) Se è su richiesta dei
parrocchiani, perché succede a San Giuseppe a Shanghai, e non altrove?
La messa tradizionale è
richiesta in tutte le parrocchie della Cina! Ma, dato che i nuovi sacerdoti
non sono stati formati, i cori sono scomparsi così come i chierichetti, e si è perduta la "competenza". È un grave danno, perché oggi, sono i giovani ad essere maggiormente
interessati alla messa tradizionale. All'inizio, naturalmente, c'è bisogno
di uno sforzo intellettuale da parte loro per poter comprendere la messa
tradizionale. Ma, una volta fatto questo sforzo iniziale, non vogliono più
tornare alla forma moderna in cinese.
Paradossalmente non
ritroviamo invece un simile interesse nel caso dei giovani preti, che sono d'altra parte i
più restii alla messa tradizionale. Uno di loro, uscito dal mio stesso
seminario, mi ha recentemente detto che il latino "faceva molto male alla
Chiesa"! Mentre io sento in modo netto che proprio il latino mi tiene legato alla
vita della Chiesa universale.
Questa differenza fra
sacerdoti e fedeli esiste dal 1995, dopo che si è insegnato ai sacerdoti a
rilassarsi, ad essere disinvolti. Come se dovessero sempre dimostrare di
essersi liberati di qualche cosa. Celebrano la messa in modo distratto ed
irrequieto. Inoltre, il 90% dei miei confratelli a Shanghai non si prepara più
con le preghiere prima della celebrazione della messa. C'è addirittura un tale
che arriva sistematicamente in chiesa appena passate le sette, mentre la messa
che deve celebrare è prevista proprio a quell'ora. Mi sembra evidente che non
possa prepararsi molto bene.
4) La messa in latino nella sua
parrocchia è un caso particolare: non si tratta di un'alternativa, è la messa
abituale parrocchiale che, una volta al mese, viene detta nella forma
tradizionale. Come reagiscono i parrocchiani? Sono i parrocchiani stessi a
venire a messa la domenica in cui viene celebrata nella forma straordinaria?
No. Non esattamente.
Coloro che vengono alla messa tradizionale sono più numerosi perché vengono da
tutta Shanghai, mentre le altre domeniche non sono presenti che i parrocchiani
del nostro territorio. Normalmente la domenica siamo in circa 200 persone in
chiesa, mentre quando celebro la messa tradizionale siamo un po' più di 300.
5) A lei personalmente, in qualità di
sacerdote e di pastore, cosa apporta la celebrazione regolare dell'ordo antico?
Per esempio, ritiene che abbia un'influenza sul suo modo di celebrare la messa
nel novus ordo?
Per celebrare la forma
moderna, io ho sempre presenti le istruzioni per la forma straordinaria. Lei ne
resterà sorpreso (ride): indosso casupola e berretta per celebrare nella forma
moderna! In questa forma moderna tutto è libero, non ci sono più regole. Come
sacerdote ho sempre questa preoccupazione: "Avrò celebrato bene il Santo
Sacrificio? Il mistero della transustanziazione ha avuto luogo? Ero distratto? Ho mancato di fede?". Con l'ordo antico mi è sufficiente imboccare il
corretto binario e seguire le istruzioni delle rubriche e queste angosce non
vengono. Si tratta di una cosa molto personale, ma l'ordo antico mi aiuta
a conservare la fede e non mi viene mai alcun dubbio sulla realtà e la validità
della consacrazione. L'ordo antico mi aiuta ad essere caloroso e rigoroso.
Se fossi professore in seminario, raccomanderei senz'alcun dubbio ai
seminaristi di celebrare la messa tradizionale. Si tratta di ciò che ha fatto
uno dei miei professori al seminario, un salesiano. Oggi è in pensione ad
Hong-Kong. È un grande amico della messa tradizionale e la celebra spesso.
6) Nella vita parrocchiale, lei riesce ad individuare dei
frutti particolari della celebrazione del vetus ordo?
Primo: ogni volta ho la
sensazione di aver compiuto il mio dovere. La mia messa è piena di calore, non
è mai scialba.
Secondo: vedo dei nuovi
parrocchiani ogni domenica.
(Tira fuori il telefono
portatile e mostra delle foto prese da Internet. La prima mostra Papa Francesco
che celebra ad orientem nella Cappella Sistina. La seconda, un
sacerdote in adorazione davanti al Santo Sacramento).
Terzo: lei lo sa che
ogni volta che delle persone vedono un sacerdote in questa posizione, qualcuno si converte?
7) Oltre alle questioni strettamente
spirituali, lei ha la sensazione di partecipare ad un combattimento culturale,
nell'ottica della trasmissione di un patrimonio, o di una forma di resistenza
alla società?
Non ho la specifica
sensazione di trasmettere un patrimonio. È vero che io ho una fede
"tradizionale". Inoltre non posso insegnare il catechismo in altro
modo che nella maniera "tradizionale". Insegno il modo
"tradizionale" di servire la messa, indosso i miei paramenti
in maniera "tradizionale". Non posso fare altrimenti. Indosso
l'abito talare tutte le domeniche da 23 anni. Metto una cotta bianca per dare
l'estrema unzione, cosa che non fanno più i miei confratelli. Non sarei capace
di fare diversamente. (Tira fuori di nuovo il telefono, mostra le foto
dell'ordinazione di un giovane sacerdote di una comunità Ecclesia Dei). E poi quando trovo per caso queste fotografie su Internet, un giovane
sacerdote così, io so di essere in piena comunione con la Chiesa universale. Allora,
non ho la sensazione di essere contro corrente, mi sembra di essere sostenuto
da tutto il mondo. Quanto ad essere contro corrente nella società del
materialismo e del dio denaro... non ci faccio molta attenzione. Se uno è
cattolico, non può dare al denaro l'importanza che gli danno in genere gli
abitanti di Shanghai. Più in generale io non sono certo che la Chiesa cattolica
ed in particolare la messa tradizionale interessino molto le classi più agiate.
8) Per quanto riguarda gli aspetti
pratici, come ha fatto? È stato necessario imparare di nuovo il
gregoriano, ritrovare dei vecchi messali perduti?Lei aveva ancora dei
paramenti? Ha fatto delle nuove traduzioni? Ci sono stati degli aggiustamenti
liturgici?
Dato che non c'è mai
stata un'interruzione nella celebrazione del rito antico nella nostra
parrocchia, noi qui avevamo tutti i paramenti e i messali. I fedeli
sapevano ancora cantare il gregoriano. Abbiamo avuto un buon coro fino al 2007,
che poi abbiamo solo dovuto rilanciare. Per quanto riguarda l'ordo, noi diciamo
la messa di "prima della Rivoluzione (culturale)", dunque come veniva
detta nel 1949. Ho conservato tutti i libri del mio predecessore. Per esempio,
per il 15 agosto, noi cantiamo il vecchio introito "Gaudeamus" e non
la messa stabilita da Pio XII. Al momento della proclamazione del dogma
dell'Assunzione, non c'era in effetti ormai più la messa in Cina!
9) La sua chiesa è stata un tempo e
per qualche decennio una parrocchia francese. A parte l'architettura, resta
qualche cosa di quella presenza?
Nella chiesa, rimane
una stele funeraria alla memoria di Blanche de Montgny, la figlia del primo
console di Francia, che è stata dimenticata dai distruttori. Tutte le altre
tracce della presenza francese nella chiesa, sono state distrutte. Per quanto
riguarda la comunità, invece è diverso. Un tempo si diceva di Shanghai che
fosse un annesso dell'arcivescovato di Parigi, per quanto numerosi ed attivi
erano i missionari francesi. A noi è rimasto ancora qualche tesoro. (Tira fuori una
grande fotografia in bianco e nero incorniciata, intitolata in francese
"Concilio plenario di Shanghai, 1924". Nella foto ci sono molti vescovi,
superiori di comunità, il nunzio apostolico. Il suo dito passa da un viso
all'altro, parlando di alcuni dei quali conosce la storia e mostrando i
francesi...) Il nunzio apostolico in questa foto, in seguito divenne
cardinale... Lui è morto martire, è stato canonizzato... Lui, invece, venne
catturato dai giapponesi, ha protetto i suoi sacerdoti ed è morto scorticato
vivo... Tra i sacerdoti francesi ce ne sono tre dei quali la comunità ha
mantenuto un ricordo vivissimo, io non li conosco se non con i loro nomi
cinesi: " Neng Mu De" che venne cacciato, ma voleva assolutamente morire
in terra cinese. Si ammalò al momento di partire, la sua nave si fermò a Canton
dove infine è spirato; "E Lao" che aveva ereditato 100.000 franchi e
utilizzò questo lascito per per costruire una riproduzione della grotta di
Lourdes a Pudong (che è uno dei quartieri della megalopoli). Uno dei suoi
nipoti francesi è già venuto a trovarci a Shanghai; "Xao Jiazhu"
che insegnava chimica ed aveva perduto un braccio (2).
10) La situazione della Chiesa in
Cina è particolare, dato che il potere dello stato è molto attivo a riguardo.
Per lei, quali sono gli effetti della messa tradizionale per quanto riguarda la
comunione con gli altri cattolici del mondo e con quelli del passato? La sua
celebrazione mensile è stata bene accolta dalle autorità?
Bisogna guardare
indietro. Penso per esempio all'epoca dell'Imperatore Kan Xi (1664-1723). In
tutta la storia della Cina, le autorità hanno sempre avuto un'opinione della
Chiesa cattolica. Dura o benevola a seconda delle epoche, ma mai indifferente.
Coloro che oggi dicono che il potere sia indifferente alla Chiesa, dicono il
falso. Kan Xi, all'epoca, osservava cosa ci poteva essere di favorevole per lui
nella religione cattolica, e temeva le cose che potevano nuocere al suo potere.
Ed è proprio per questo che lui ha sempre voluto avere dalla sua parte dei
rappresentanti cattolici. Le autorità pubbliche hanno dunque sempre la stessa
preoccupazione: assicurarsi che i cattolici non nuocciano al loro potere
terreno. Quando celebro la messa tradizionale, mi ripeto che sono ancora
esattamente come ai tempi di Kan Xi: ho la stessa fede, celebro lo stesso
sacrificio e ho le stesse problematiche da gestire.
(1) Capitale della
provincia di Hubei, al centro della Cina. Conta circa 20 milioni di abitanti.
(2) Per questo terzo sacerdote, l'identificazione è più semplice: si tratta del gesuita Robert Jacquinot de Besange (https://fr.wikipedia.org/wiki/Robert_Jacquinot_de_Besange), vero eroe, le cui azioni hanno consentito di salvare non meno di 300.000 persone nel corso della guerra sino-giapponese del 1937. Da notare che il parroco di San Giuseppe non è originario di Shanghai: ciò che conosce della storia della sua parrocchia, dunque, viene da quanto ha appreso dai suoi parrocchiani, dalla loro memoria e... dalla comunione dei Santi.